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Artist Statement

questo non è un manifesto

Siamo conduttori.

Le persone, in quanto tali, sono in un perenne stato attivo di scambio. 

Questo dono non viene attribuito a seguito di una mistificazione del sé o da potenti esperimenti di laboratorio; esso è intrinseco al corpo umano che incamera, trattiene e rilascia qualcosa di tangibile o percepibile. 

 

Entrando in contatto con la realtà presente, nella più totale assenza di scelta, si diviene conduttori. 

A volte capita d’esser conduttori simmetrici, ad esempio quando il punto di vista espresso trova accoglimento nell’interlocutore, oppure avviene d’esser conduttori asimmetrici, ad esempio quando un’azione determina una reazione opposta. 

 

Basta respirare per essere un conduttore? 

Si. 

 

La scelta individuale di mettermi in uno stato di ascolto, in grado di catturare le cose, nasce dall’urgenza di rispondere a una domanda rompicapo : vi è un modo per colmare il vuoto? 

Vuoto: realtà non oggettiva nella quale, però, si trova il germe di ogni cosa. 

Il vuoto è il luogo che si crea per la perdita della sostanza necessaria a formare il cielo. 

Partendo da una condizione di privazione drammatica, resami conto di non riuscire a costruire ponti con le parole, ho spostato l’emozione intellettuale nella realtà oggettiva: sul copro, sugli organi naturali, sulle foglie, sui palazzi.  

 

Creare collage è un tentativo di risposta alla domanda.

 

La produzione artistica avviene in due modalità: digitale e analogica. 

Operazioni di stratificazione, seppur dicotomiche, perennemente connesse tra di loro. 

L’obbiettivo di riempire il vuoto con l’oggettività determina l’intera ricerca del materiale nella realtà. Tutte le opere sono composte da elementi realmente esistenti nel presente, oppure da costituenti appartenuti a un’altra realtà tangibile. 

 

La livellazione dei collage digitali è veloce: parte dalla fotografia e termina con la post produzione. Nell’attuale serie in corso “In Utero” avviene il ritaglio del corpo di donna in contrazione e di foglie. Questi, in fine, vengono poi riposti sul nero per occludere il vuoto. 

Per la produzione digitale vengono utilizzati anche strati appartenenti al territorio internazionale, nello specifico: palazzi, stikers, murales, persone. 

 

La stratificazione con i collage analogici prevede una pratica più lenta. Si parte da una superficie pulita, tela o cartoncino e con l’uso di materia acrilica e colore acrilico si creano strati per consentire l’apposizione delle immagini, così da formare il vuoto colmato. 

I materiali visivi vengono selezionati con cura. La maggior parte di questi appartiene a libri di testo o a manifesti affissi nelle metropoli.  

 

Capisaldi nella realizzazione sono tematiche contemporanee. Il fine è voler generare pensiero, ma soprattutto disturbo. Stratificando le immagini si miscelano nuovi e vecchi valori. Il prodotto finale è il ribaltamento della conoscenza: scomodità. Pronunciamo coraggiosamente: uccidere, rubare, tradire. Perché la diversità si pronuncerebbe soltanto fra i denti? 

 

L’aggressività, il voler andare in contro a uno stato di irrazionalità logica, si palesa con l’occupazione del suolo con adesivi e manifesti. 

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In utero (series)/ il buio è poetica, 2022, DIGITAL COLLAGE 
IN UTERO (SERIES)/ B.U.S. - BASTA UN SALTO, 2022 DIGITAL COLLAGE
LA CAVERNA, 2022, ANALOG COLLAGE, 50X40, MATERIA ACRILICA, COLORE ACRILICO
L'amo non violento, 2022, analog collage, materia acrilica, colore acrilico 
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